e non voglio tornare su questi punti

Le piante sono vive.

Prendine atto. Non sono un soprammobile, una lampada, un tavolino. SONO VIVE.

Le piante non sporcano.

Io sporco, tu sporchi, le cicche delle sigarette sporcano, la plastica sporca. Le piante no.

(più o meno)

Avere un impianto di irrigazione significa non doversi occupare di bagnare le piante (più o meno), ma doversi occupare dell’impianto di irrigazione!

Tutte le piante perdono le foglie.

Tutte le piante hanno bisogno di acqua.

Le piante non fioriscono su ordinazione.

Verde ornamentale.

Quello di cui mi occupo, quello che stai cercando, si chiama “verde ornamentale”. Quell’orribile moncone che mi viene regolarmente presentato accompagnato da un simpatetico “eh ma poverina, è ancora viva, mi dispiace buttarla via…” è del tutto fuori luogo! Amare significa anche saper lasciare andare… E soprattutto, dai, non piangere sul latte versato, non versare lacrime di coccodrillo, non l’hai mai guardata ‘sta povera pianta, adesso mica pretenderai che io faccia miracoli?

"A me la natura piace!"

Men che meno esistono piante che “fioriscano sempre tranne ad agosto ché tanto sono via, sempreverdi, resistenti (a tutto, comprese eventuali bombe atomiche e tzunami), immobili, che non crescano, restino ordinate, non necessitino di essere legate/potate/concimate ché non ho tempo e poi non sono capace e poi ho da fare, io, che non attirino insetti chè a mia moglie danno fastidio, che non rovinino il muro ché l’ho appena fatto dipingere, che non siano velenose chè ho il cane o il bambino o entrambi, che non mi facciano litigare con i vicini (???) ché qui sono tutti antipaticissimi, che non facciano bacche ché poi arrivano quei maledetti uccelli che mi tirano fuori la terra dai vasi e fanno disordine, che non costino tanto, sì però belle eh, ché a me la natura piace!”

Meglio poca acqua che troppa.

Questa è una regola aurea. Spesso e volentieri la reazione da eccesso d’acqua è simile a quella da carenza, in particolare nelle piante da interno, ovvero la pianta comincerà a fare seccare progressivamente la punta delle foglie e si creerà una macchia marrone che mano a mano andrà espandendosi. Tutto giusto, ma un eccesso d’acqua è molto più difficile da recuperare rispetto a una carenza. E poi meglio risparmiare acqua che sprecarne.

Respira.

Le fissazioni da maniacale pulizia delle grondaie, dei canali di scolo, delle fughe e ogni genere di mania dell’igiene intesa non come buona norma di un generale stato di ordine e salute del luogo, ma come isterica ricerca di sterilità e immobilità del proprio luogo verde è a mio parere una psicopatologia o comunque ne è un sintomo. Va bene l’ordine, va bene la cura, ma rilassati, sei fuori, sei all’aperto, respira.

La lingua delle piante.

Da una pianta puoi solo imparare: lei imperterrita seguirà la sua strada e se ci vuoi avere a che fare dovrai necessariamente parlare la sua lingua: devi guardarla, capire come si presenta quando sta bene, quando è contenta, le foglie sono belle piene e rigogliose e quando invece è disidratata o ha freddo, fame, chissà.

Il tempo delle piante.

C’è una cosa con cui dovrai fare i conti e che ti darà i nervi: stare ai tempi della natura. Il tempo è una dimensione con cui combattiamo quotidianamente, è il nostro nemico, lo spendiamo a cercare di risparmiarlo, gestirlo, sfruttarlo, stuprarlo in ogni modo, desideriamo esserne padroni. Con una pianta non è così. Proprio non ce n’è, decide lei. E se ti sta bene, bene, se no, affari tuoi. Questo è un altro buon motivo per scegliere con attenzione le proprie piante, perché saranno loro a dettare le regole del vostro rapporto.

Insomma il punto è che se vuoi vivere con delle piante devi entrarci in relazione!

Vedila così, immagina di comprare un acquario. Fai venire a casa tua il tecnico del negozio di pesci, insieme stabilite che tipo di acquario creare, lui ti guida, tu esprimi le tue opinioni, ti fai dare indicazioni e infine decidete il da farsi. Lui te lo assembla, gli “dà l’avvio”, ti spiega che comportamenti avere nei suoi confronti, dopodichè ti saluta e se ne torna a casa sua, giusto? Sarai tu ad occuparti del tuo agognato acquario, no? Poi certo, naturalmente il tecnico ti seguirà, ti supervisionerà e provvederà alle manutenzioni più complesse, probabilmente, o magari tu ti appassionerai al punto da diventare sostanzialmente autonomo nella gestione del tuo acquario. In ogni caso è escluso che tu possa non guardare più di striscio l’acquario e dopo un periodo più o meno lungo che varia da un mese a un anno richiamare il tecnico lamentandoti perché è morto tutto, corretto? Non ha urlato, non ha dato segnali clamorosi, non sono comparsi cartelli luminosi, allarmi sonori, sirene o simili… tu non l’hai più guardato e lui è morto. Per carità, non facciamone un dramma, ma lui è morto.

Esistono il bello e il brutto.

Poi certo, esistono i gusti, legittimo, de gustibus non disputandum est, non è bello ciò che è bello eccetera. Però porca miseria esistono un bello e un brutto universali che non possono essere ignorati!
Assecondare il comportamento naturale di una pianta porta sempre al bello. Facile, no?